lunedì 9 ottobre 2017

Escursione Spisone - Taormina - Monte Veneretta

Ho cercato di limitare le emozioni per riuscire a metterle su carta ma quando sei sul monte che sovrasta una delle zone più belle del mondo è difficile, cosi le emozioni si accavallano come le parole e alla fine non esce nulla perché si è talmente pieni che ci s’ingorga, si forma un tappo di lettere, vocali, articoli, aggettivi.

Taormina

Tutte le escursioni dovrebbero essere così. 
Ieri finalmente siamo riusciti a “vivere” l’escursione cosi come deve essere stata concepita dai primi pionieri del cammino. Lenta e viva.
La spiaggia di Spisone con gli scogli frastagliati, la schiuma e le alghe. I colori della mattina, i colori della costa sicula. Saliamo lenti, lungo una piccola gradinata, siamo a pochi metri dal centro di Taormina ma sembra una foresta, dell’uomo pochi segni. Sbuchiamo al campo piano, qui i grandi della terra sono atterrati sui loro elicotteri rumoreggianti a violentare il silenzio che sembra rotto solo dall’infrangersi delle onde sulla battigia.
Siamo a Taormina, ci confondiamo tra i turisti in coda, un cannolo con la ricotta e la granella di pistacchio. Si chiudono gli occhi ma siamo accecati dai sapori e dagli odori. 

Omino di Pietra su Monte Veneretta

Continuiamo su una “via crucis”. Molti turisti, pochissimi italiani. 
Arriviamo in cima ma non siamo stanchi, ridiamo, ci sediamo. Fermiamoci quindici minuti.
Direzione Castelmola ed ecco l’Etna a uno schioppo di dita, sembra si possa toccare, sentire quant’è calda nel ventre, fuma. Gigante.
Saliamo le “scalazze” di Monte Veneretta ognuno con il suo passo, senza fretta, senza corsa, senza ansia. Siamo un gruppo. 
Ci fermiamo, pranziamo e forse per la prima volta è il gruppo a chiedere di “ripartire”.
Monte Veneretta è lì, ci siamo, saliamo, scaliamo, siamo in vetta. Ad accoglierci un omino di pietra, una dischetto della geolocalizzazione e i soliti turisti tedeschi.
Respiro, chiudo gli occhi e li riapro. Mi inondo di odori, il vento trascina gli umori del mare, delle valli sottostati, mi sento vivo. E’ cosi la vita. Orizzonte infinito. La Calabria che gira, la ciminiera di Saline, Pentedattilo, l’Etna, Monte Scuderi, Castelmola, Taormina, Forza d’Agrò e via così senza fine.
Ridiamo, ci coinvolgiamo, scattiamo. Il tempo passa.
E’ già ora di scendere, siamo felici.





guardiamo la vita in faccia

le scalazze di Monte Veneretta 


Credits:
GEA - Gruppo Escursionisti d'Aspromonte
08 Ott 2017

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